domenica 7 dicembre 2008

INCOMPATIBILITA DI SEDE

tra le tante proposte di cambiamenti e innovazioni che sono in circolazione, mi pare manchi una proposta che reputo di importanza cruciale (anche per esperienza personale) per una brusca sterzata: bisogna sostenere con forza una norma che prescriva la chiamata di un idoneo ad associato o ordinario in un’ università che NON sia la stessa dove l’idoneo è inquadrato! Se questa norma fosse stata mantenuta nella versione pubblicata del decreto Berlinguer sull’autonomia (l’abbiamo tutti letta nella bozza definitiva del decreto e poi chissà perché scomparve sulla Gazzetta!) sarebbero avvenuti molti ma molti meno pastrocchi concorsuali (oliati anche dalle tre/due idoneità locali) e il tetto del 90% dell’FFO sarebbe stato sforato o avvicinato da molti meno atenei. (Pensa anche al reshuffling di idee e esperienze che può promuovere qs norma sia a livello di persone sia di ambienti!) Un cordialissimo saluto.
Piero Luporini - Università di Camerino

3 commenti:

Alberto Lusiani ha detto...

Concordo sul fatto che sia stato veramente molto stupido permettere concorsi locali con promozioni locali senza alcuna seria valutazione dei risultati, eliminando un elemento del disegno di legge originale che era invece un tassello indispensabile.

Come ho scritto sulla mailing list, e accennato in alcuni commenti, in una riforma generale dell'universita' italiana io imporrei categoricamente il sistema prevalente (per prassi ma non per legge) negli USA, che tradurrei nel contesto italiano con l'obbligo di cambio di provincia (non solo di sede) da laurea a dottorato, da dottorato a post-doc, e da post doc per a posizione di assistant professor equivalente con tenure track. Per i passi successivi lascerei aperta la possibilita' di carriera interna (come avviene prevalentemente negli USA).

Cio' comporta pagare adeguatamente dottorandi, post doc e assistant professor, operazione sicuramente alla portata dello Stato italiano ridisegnando la progressione per anzianita' dei salari nei livelli successivi: basta anche solo adottare la curva meno ripida vigente in Francia.

seldon ha detto...

Purtroppo manca un po' di ordine in questa discussione. Io ho già fatto una proposta puntuale su questa questione; naturalmente all'interno di un sistema. La mia proposta è di disgiungere il procedimento di chiamata da quello di avanzamento di carriera interno. Questo poi non è una grande invenzione ma quello che avviene usualmente all'estero. Se accoppiato con una possibilità di contrattare lo stipendio e con un meccanismo non autoreferenziale con cui avvengono le progressioni di carriera, potrebbe risolvere. Naturalmente in un ambiente corrotto quasi nulla funziona automaticamente.

seldon ha detto...

Vorrei aggiungere che trovo la posizione di Lusiani troppo moralista e passa da un estremo di lassismo ad un altro pieno di vincoli. Oltre tutto non è vero che in America il sistema è così rigido e dipende pure dalle Università. Cerchiamo di essere più pragmatici, invece di pensare ad una Università ideale astratta chiediamoci quali proposte hanno una minima probabilità di successo.