domenica 7 dicembre 2008

SCONVOLGENTE

Leggo solo oggi di 15 ricercatori morti nel laboratorio dei veleni a Farmacia nell'Università di Catania, altri gravemente malati; anche se la notizia fosse gonfiata è comunque sconvolgente. La magistratura sta accertando i fatti. Possiamo tacere? Come professori ed accademici è nostro dovere garantire che i nostri laboratori, TUTTI anche i più scalcinati e sottofinanziati, siano luoghi di avviamento alla vita e non alla morte.

Se alcune autorità accademiche avessero sottovalutato o peggio nascosto i fatti saremmo ben oltre la ordinaria corruzione e incompetenza ma entreremmo nel mondo della mostruosità, il mondo di Mengele e Mugabe. Cosa fare? Chiedo aiuto ai colleghi che hanno esperienze di laboratorio per idee e proposte, nel mio mondo le peggio nefandezze possono al più causare un esaurimento nervoso, forse un suicidio. Forse una commissione tecnico-scientifica che visiti i nostri laboratori, parli con i ricercatori?

Non credo che possiamo demandare il tutto alla politica o alla magistratura.

3 commenti:

seldon ha detto...

Usate il metodo dei commenti per continuare questa discussione. Claudio Procesi

Unknown ha detto...

Sono d'accordo che non si possa lasciare alla magistratura l'iniziativa, perche' spesso finisce coll'intervenire in ritardo.In questo caso pero' saremmo noi ad essere in ritardo: per fortuna, il nostro sgomento e' uguale a quello di chiunque altro, anche non accademico. Inoltre, in ogni caso, per i reati dobbiamo richiedere l'intervento della magistratura: il problema e' chi denuncia il reato.

Il nostro ruolo dovrebbe essere di denuncia, quando sia il caso. Se i giovani precari non osano denunciare tocca a noi, quando si conoscano dei fatti. Ma il problema e' lo stesso dei concorsi: chi comincia? Certo se sapessimo cose tipo Catania non esiteremmo (mi auguro anche a livello singolo) ma spesso le situazioni sono piu' sfumate e aiutano ad autoassolversi. Forse un blog su casi da magistratura, in cui noi di ruolo garantissimo un sostegno (magari anche economico) potrebbe essere un mezzo per dare coraggio ai giovani.
Laura Sacerdote

seldon ha detto...

La mia idea è diversa, visto che abbiamo le competenze possiamo lanciare all'interno dell'Università un gruppo che possa visitare e valutare i laboratori a rischio. O per iniziativa autonoma oppure a seguito di segnalazioni. Purtroppo io sono uno dei meno competenti a fare una proposta di questo tipo, i nostri laboratori al più hanno dei computers, il peggio che succede è che siano in qualche scantinato non proprio ideale.