venerdì 5 dicembre 2008

valore legale del titolo di studio ?

Credo che sia necessario un chiarimento relativamente all'abolizione del valore legale del titolo di studio. Solo da qui parte la possibilità di esercitare la vera autonomia che non abbiamo mai avuto. Quando ogni università, libera da costrizioni legali, potrà congegnare un percorso autonomo per laureare i propri studenti nei vari corsi di laurea (certo, concentrati, semplificati, ecc.) anche i criteri di reclutamento potranno essere rivoluzionati ed al limite, ogni università potrà adottare quelli preferiti, persino ogni dipartimento. L'unico criterio sarà quello di un impietoso esame finale sulla produttività in termini di idee, brevetti, pubblicazioni, ed efficienza didattica. Un esame per ogni singolo dipartimento e complessivamente per ogni singolo ateneo (e quindi valutazione delle unità operative coinvolte, ateneo, corso di laurea, dipartimento, docenti reclutati). Alla fine trasferimento di fondi in modo proporzionale alla valutazione, con scarti non simbolici tra il minimo e massimo (40 - 50%) (rinforzo positivo, direbbe uno psicologo d'altri tempi, premio di produzione, preferisco).

Valore legale, reclutamento, valutazione e premio finale di produzione, sono quattro punti intimamente legati ma non in modo circolare. Senza risolvere il primo gli altri possono vagamente essere modificati ma non veramente rivoluzionati.

Vogliamo davvero affidare i concorsi alla pura sorte ? E' una resa totale, equivale a dire che non siamo in grado di decidere. tanto vale andare a casa. Poichè siamo tutti molto intelligenti (altrimenti non ci avrebbero fatto professori) penso che non esista tecnica concorsuale che con la nostra intelligenza (ed il nostro addestramento) non si sia in grado di manipolare e piegare alle nostre esigenze. L'unica é abolire i concorsi, non se n'esce. Piaccia a non piaccia a Mussi o alla Gelmini.

Nessun commento: